Le chat di WhatsApp ti possono inchiodare con il Fisco: nuovo incubo per i cittadini

Quello che scrivete su WhatsApp potrebbe ritorcersi contro di voi. Il Fisco può utilizzare le chat per inchiodare i contribuenti.

I controlli fiscali possono coinvolgere anche WhatsApp e le chat apparentemente private. Il Fisco raggiunge luoghi inimmaginabili e i cittadini sono osservati speciali in ogni contesto.

Donna preoccupata al cellulare
Le chat di WhatsApp ti possono inchiodare con il Fisco: nuovo incubo per i cittadini (Alfabeta.it)

Non è un vero e proprio occhio del Grande Fratello perché il monitoraggio delle chat di WhatsApp non è continuo, su questo bisogna stare tranquilli. Ciò non toglie che bisogna agire con la consapevolezza che all’occorrenza il Fisco può usare le chat contro di noi durante delle verifiche. Una novità di cui i contribuenti devono essere a conoscenza per non finire sotto accusa con conseguente necessità di giustificare il proprio operato.

Sappiamo che l’Agenzia delle Entrate in un’ottica di lotta all’evasione fiscale e al riciclaggio di denaro ha il diritto di monitorare i nostri conti correnti, le dichiarazioni reddituali, i trasferimento di soldi. Lo fa usando strumenti vari tra i quali anche l’Intelligenza Artificiale. Nel momento in cui dovesse rilevare anomalie e incongruenze avvierebbe degli accertamenti coinvolgendo il cittadino interessato. Questo potrà difendersi dimostrando di aver agito in modo legale apportando prove alla sua tesi. Ora l’attenzione dovrà essere rivolta non solo su quanto versiamo o preleviamo dal nostro conto corrente bensì anche su cosa scriviamo tramite WhatsApp.

Quando il Fisco può controllare le chat di WhatsApp

Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza possono utilizzare una chat di WhatsApp oppure uno screenshot o una fotografia nella lotta all’evasione fiscale. L’obiettivo è gestire le condizioni fraudolente coinvolgendo tutti i cittadini, anche quelli onesti. Le chat possono essere usate dall’amministrazione tributaria per individuare chi evade il Fisco oppure ha redditi non dichiarati.

Donna al cellulare e segnale pericolo
Quando il Fisco può controllare le chat di WhatsApp (Alfabeta2.it)

Messaggi e conversazioni, dunque, sono una prova ammissibile durante un accertamento. Lo ha sottolineato la Corte di Cassazione tramite sentenza numero 12504 del 2025. Pur senza la disposizione di un controllo attraverso intercettazione, si possono usare chat e foto di WhatsApp come prova legale a condizione che siano reali e non sia possibile metterne in discussione l’autenticità.

Tutti i messaggi scambiati tramite app di messaggistica, dunque, potrebbero diventare una prova identificabile nel momento in cui il Fisco cerca di individuare condotte poco chiare in seguito al rilevamento di condizioni differenti tra quanto dichiarato dal cittadino e ciò che l’autorità sa. In conclusione ognuno di noi deve avere una gestione prudente delle comunicazioni digitali, non esiste privacy che regga. Se acquisite in modo legittimo e considerate autentiche le chat di WhatsApp possono diventare prova durante un accertamento tributario.

 

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